VALGOGLIO – NOVAZZA – Il ritorno a ‘Ca’ Rosei’ degli orfani ucraini fuggiti dalla guerra. La loro urgenza, ora, è non sentirsi abbandonati e non perdere la speranza

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Sono tornate a “ Ca’ Rosei “ la casa vacanze che per prima nella nostra Valle aveva accolto persone fuggite dall’Ucraina per la guerra. Sono per lo più ragazze e donne, alcune con disabilità, che a Kharkiv vivevano nella comunità ong Emmaus, provenienti dai grandi orfanatrofi, dove ci sono ancora tantissimi orfani, disabili, persone destinate a trascorrervi tutta la vita in mancanza di parenti e di alternative. Come ci aveva spiegato Elena Mazzola, linguista, traduttrice residente a Kharkov dopo 15 anni trascorsi a Mosca, presidente della Ong Emmaus locale, allo scoppio della guerra si era riusciti a portarle in Italia, e qui a Novazza nel marzo del 2022. Dopo qualche mese avevano trovato ospitalità a Milano, ma ora per l’estate sono tornate molto volentieri in Alta Valle, dove lavorano alla “Bottega di Emmaus” – un laboratorio in cui realizzano manufatti in stoffa – dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18, studiano l’italiano e nei limiti delle loro possibilità, si godono il fresco e le bellezze della natura circostante: “Soprattutto però qui possono godere anche della compagnia e dell’aiuto di volontari che si rendono disponibili ad accompagnarle nelle varie esigenze fra cui cure specialistiche di cui hanno bisogno – dice Anna Serena Pirola, anima di Ca’ Rosei, la grande casa della sua famiglia. 

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