TAVERNOLA – Carlo di Vandel, 93 anni, che portò il disegno della Madonna degli Alpini e fu tra i fondatori della sezione tavernolese

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Su in Vandel l’antica mulattiera che porta a San Rocco si è allargata, la vecchia cascina ha lasciato spazio alle nuove case. C’è la santella che la famiglia Bettoni ha fatto restaurare con l’Aido.

Carlo Bettoni con i suoi 93 anni è pronto a raccontare la sua storia. È un pomeriggio di gennaio. “Sono nato qui in Vandel, 5 del 5 del 1931, nato qui, cascina Vandel”. In via S. Rocco… “Allora non c’erano le vie, c’erano le cascine… mio papà lavorava alla cementeria, si chiamava Antonio, mia mamma era nato a S. Pietro, si chiamava Teresa Pezzotti, erano quattro sorelle, la mamma lavorava alla filanda dei Capuani, quando è morto il loro papà che faceva ‘ol sotramorcc’, si chiamava Carlo, nel 1918, per la spagnola, ha fatto otto buche e nell’ultima è finito lui… andavano a dormire in cantoria nella chiesa di S. Pietro. Non so chi mi ha battezzato, se il prevosto Cavagna o Bonicelli, era il ’31”.

Difficile districarsi nei ricordi che si ammassano e si intrecciano nel racconto. La famiglia della mamma coltivava la vite di San Pietro, di proprietà della parrocchia. Voce squillante (solo le gambe non sono più quelle di una volta”) Carlo vorrebbe raccontare tutto ma capisce che l’interlocutore fatica a mettere insieme il puzzle. Quanto eravate tra fratelli e sorelle? “Eravamo in otto, siamo rimasti in due”. Tre se ne sono andati da poco, la sorella rimasta abita a Trento, si sentono per telefono, un’altra sorella è morta a Lecco, un altro a Milano, una è morta qui a Tavernola, insomma in ordine sparso come la memoria. “Io invece sono sempre stato qua, sono nato qua e restato qua e mi chiamano Carlo di Vandel”. Riavvolgiamo il nastro, le scuole? “Le ho fatte qui fino alla quarta. Poi un giorno, le racconto tutto eh, la maestra spiega del Duce che aveva cinque etti di cervello, noi invece solo tre etti e io ho fatto ‘oh’ come dire che non ci credevo, la maestra mi ha chiamato alla cattedra e mi ha dato due calci nel culo, io ho preso la cartella, sono tornato a casa e non sono più andato a scuola, poi ho fatto la quinta serale, qui a Tavernola, ma a 17 anni, era una maestra di Predore…”.

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