Spazio alla poesia con un ‘giudice’ d’eccezione, Ezio Merini, fratello di Alda Merini e esperto conoscitore di versi, poesie e poemi.
Tutti quelli che vogliono mandare poesie e/o aforismi lo possono fare inviando il tutto a redazione@araberara.it inviando un massimo di due poesie, indicando nome, cognome e un recapito telefonico, tutte verranno pubblicate sul giornale, sull’araberara bergamasco e anche su quello bresciano e a fine maggio, Ezio Merini sceglierà tra tutte le poesie arrivate le prime tre che riceveranno un premio davvero particolare e una pergamena con la motivazione.
Per essere pubblicate su questo numero le poesie sono state mandate entro martedì 20 aprile, per la pubblicazione sul numero del 7 maggio vanno inviate entro martedì 4 maggio e per comparire sul numero del 21 maggio vanno inviate entro il 18 maggio.
E poi a fine maggio verranno comunicati i nomi dei primi tre classificati.
Ecco tutte le poesie:
L’Innocenza del Diverso
Era sul desinare
e lei era lì,
accanto a me.
Ingenua ed innocente dei peccati del mondo
s’accontentava di quella vita per lei inutile.
Lì, ore intere
Ferma…
Con un sorriso malinconico mi parlava quasi inutilmente
e..
Solo poche parole:
Dimmi perché sei triste?
Lei che sicuramente soffriva molto più di me
Diversa…
La mano deforme mi accarezzava i capelli
e gli occhi che sembravano guardassero due punti diversi,
guardavano me, come per dire:
Vivi perché io non posso!
L’innocenza del Diverso è immensa, ma inutile agli occhi del Mondo.
(Luana Raia 1992)
L’ultima estate
L’ultima estate,
Il canto delle sirene aveva gettato una malia sui flutti.
Come Ulisse,
il giovane uomo ne aveva sentito l’irresistibile richiamo
ma per sorte avversa
nulla lo tratteneva…
…e così si tuffò nel mare sospiroso
ancora intessuto d’incanto
obliando per sempre i suoi vent’anni
(Susanna Lazzarini)
Il cane giallo
Il cane giallo
teneva compagnia al vecchio
che amava tristi ballate
Il cane giallo
nella luce ocra
aspettava e seguiva i suoi passi
riparato dal vento
in perpetua devozione.
Poi il nulla venne e lo portò via
l’ocra del suo manto si perse nel vento.
(Susanna Lazzarini)
La tua luce
Nero
Buio
Cupo
Il mio cuor
Su di te
Anfora di luce
Bellezza intramontabile.
Nero come la pece
Freddo come il crepuscolo d’inverno
Affranto come un letto di spine.
Or tu
Dea indulgente
Ascolta questo lamento
E fai vision di ciò ch’io sento.
Oh sapessi
Quale abbaglio dentro di me scateni
Nel veder un tuo riso di gusto
Che i pensieri miei in un bagno di lava son messi
E vagano, non più terreni
E presto si bruciano, in questo vagar ingiusto.
Venite a me
O Tenebre
Irrompi dalle oscurità più profonde
O Ade
E fai di me un tutt’uno con la tua ombra.
Scoppia maltempo
Distruggi ogni lume
Tempesta ogni bagliore
Cadi su di me
E sul mio cuor
Che impavido, con te, s’infiamma d’amor.
(Francesco Bassanelli)
L’amore infine
Ella sì beata seduta se ne sta a pensare,
pareti d’aria ‘l suo corpo van a adornare.
Di note piene ‘l suo cuor voglio laudare
e qui mi fermo anzi m’infermo,
la melodia pare magica, paralizza al sol pensare.
Il suo sguardo dolce si posa sul manto fiorito
ed ecco a un tratto l’incontro tanto ambito
e ‘l dolce si fa mio,
come ‘l dolce si fa nel mirarti
come ‘l dolce si fa nel lodarti
sicché mi perdo ‘n infiniti pensieri
sì belli sì deleteri
son sinceri, dentro al cuor riposan austeri,
che mal v’è ‘n passion scritta, messeri?!
Esto incivil mondo a voi sì caro
nulla lascia a me, se non un ribrezzo di sapor amaro.
O Donna, che lo sperpero di denaro rigetti sulla mente superior,
or lussuriosa, or senza valor,
il mio freddo corpo ti lascio, come segno immortal di dolor.
Stendo ‘l mio velo, che di vin s’è tinto
e grazie ad esso d’un pensier mi convinco,
che del tuo amor non sarò mai padron
nonché un giullar che sogna ‘l pianto con ardor.
Di te non ho che dire, se non i più rari lemmi d’esto mondo
e forse è questo ‘l bello, mirare il fondale in un oceano senza fondo.
Di tante cose ormai son stanco,
a te che non sono
a te che non manco.
La vita mia del ciel si fa ormai
e d’este patetiche locuzioni, mi domando, che ne sarà mai.
Or son qui, felice e desto,
ignaro del mio dovere
cosciente di ciò a cui m’appresto.
La mente mia balena silenziosa nelle tenebre innocue
sicura di trovar miglior vita nella morte.
Traggo l’ultimo sospiro, che vien meno per la chiusura lesta dei denti,
serro la vista, che ignara gli occhi aperti mantiene.
Fuggiamo insieme, beffiamoci d’esta vita
che senza te sul nascer è finita.
Lasciamo addietro i nostri pensieri
che soli s’annidano ‘n crepuscoli neri.
-“Vieni con me”.
-“Dove mi porti?”
-“Ove il ciel accoglie i più bei sentimenti morti”.
(Francesco Bassanelli)
VERDE PASSIONE
Riposa i suoi giorni
la terra , in attesa
deiprimi tepori
per regalarci
una dolce teoria
di profumi e colori
Impasta il villan
l’amore con la terra
per gioire al germoglio
che al sole appresta
Prodiga è la campagna
con chi l’apprezza
e divide con lei
l’andar del tempo
Tra pascoli e armenti
vigneti , innesti e zolle
lascia il cuor l’agricoltore
al sudato ricavo
come regalo dal cielo
(Giovanni Favalli)
IL VENTO
Impetuoso è il vento
che spazza la valle
è la natura
che impone il suo ruolo
Gemono i tralci
per trattener la chioma
ma la forza soverchia
non perdona
Anche il cane perplesso
a me s’appressa
a cercar conforto
e sicurezza
Esìto il passo, tra
il sussurrar di foglie
e la mente corre l’eco
di lontane storie
Buia e fredda era la notte
ed impetuoso il vento
il vegliare della mamma
e la febbre , il mio tormento
(Giovanni Favalli)
Cadere.
Di giorno noi cadiamo
Pur se è la notte a portare bassezze
Come un falco di palude sulle rane
Di giorno noi cadiamo
(Augusto Petricore)
Speranza
Come sono dolci i bimbi
Quanta tenerezza nei loro volti
Quanta innocenza portano nei loro cuori
Quanta malinconia s’intravede nei loro occhi in questi giorni
Quanta solitudine li accompagna
Basta un sorriso di chi è a loro vicino che la gioia risplende come un raggio di sole.
(Michela Quetti)
“Inno per Te Padre meo”
Vien dal sacro core
l’inno d’agape trascendentale
che or ora canto liberando
sol per Te Padre meo
Tutto accompagnato da la cetra
perchè es una composizione seria
Sospira l’ennamorato poeta
dentro di sé ci sei Te
Oh onnipotente Signore
fonte del perfetto amore
Chi cammina con Te
non si perde nel labirinto
del mondo immondo
bensì percorre la giusta Via
d’eternità riempiendosi
La tua sapienza dona letizia
salda è ne l’avversità maligna
la tua vera e leale amicizia
Te sei la luce d’ogni principio
li tuoi comandi piccoli o grandi
evitan al figlioletto el precipizio
Spirito Santo che inebri
concedimi el dono del consiglio
Giusto è Dio mio el tuo giudizio
nulla mai col Cristo Re me manca
Gioisce di piacere divino
l’omo rinato novo
de la tua grazia profumato
Atmosfera d’oltre nubi
del sentir è la sospensione d’amore
Viaggia co l’anima pulita el versatore
raggiungendo le braccia del suo Signore
Upa (Ultimo poeta altruista)
“L’Arlecchino”
Mi non son l’Arlecchino
caro passante incuriosito
Mi son el poeta
chal crepuscolo s’ispira
mostrando che la vena è vera
Recitato vien el libero pensier
dal multilingue Leonardo in persona
Li versi son altra cosa
frutti de l’amor che mai riposa
L’umiltà è una buona qualità
Lei figlia mea non è
bensì la mea amata metà
Musa ispiratrice de lirica
che li cori fa esaltà
Or ora questo libro ti regalo
te farà redento o spiritoso figliolo
El tramonto è rosso infuocato
tacito el viale alberato
Gioiscon li solitari amanti
umani da li veloci passi in avanti
Cristo è sempre presente
per chi l’ama veramente
El poeta per nulla più se la prende
ancor meno de quel che dice la gente
Gesù pianse pel incomprensione
penosa fu pel sacro core la mortificazione
Chi credete che io sia?
Rimatore da la facil poesia
che vien donata a qualsiasi ora
en ogni plaza e via
Entro in me profondamente
Donna t’amo intensamente
Li versi vò cercando
ne l’oceano d’amore nuotando
Tutto a l’occhi miei è un incanto
nel placido silenzio invernale ascolto
el dolce cinguettio che par un canto
Son colorato a primavera
l’Arlecchino appartiene ad altra sfera
Signore conoscerla è stato un piacere
ahora le auguro una buona sera
Upa (Ultimo poeta altruista)
“El silenzio de la neve”
Sta lì tutto muto
innanzi a la vista mea
placido e pien de fascino
de la neve el silenzio
Nulla dice el mondo
escluso l’omo conosciuto
dal qual se sente ispirato
Oh figliolo dal poeta amato
esso desia esser ricamato
per non venir dimenticato
Le parole e li suoni sian buoni
tu che nel core tieni si bei fiori
Libera la fantasia de l’alma tua
saran versi de total armonia
diciam pure de vera poesia
Entro senza pensarci
cari lettori del domani
l’aedo vuol sol amarvi
El silenzio de la neve
ancor tace
siempre più me piace
M’avvolge di gelido tepore
come di Lei è l’amore
spirto dal generoso core
ch’amo a la follia
qual Donna di poesia
Venite a me figli di Dio
su la retta Via
ove vige la Verità
e dimora la Vita vera
Non torturatevi
guidar lasciatevi
da la luce mia
splendente come el sole
de la primavera fiorita
che scioglie la neve caduta
liberandola dal silenzio
che la tien prigioniera
Impiegate la preghiera
al mattin e a la sera
così entrerete ne la Nuova Epoca
Upa (Ultimo poeta altruista)
|
El Scarpulì
Él vède amò chèl scarpulì
sentàt-dò söl sò scagnì
ö lampadì chè ghè fa ciar
söl sò taol ö gran bazàr.
Tuline dè cola, blèste dè cüram
fumin
|
sine sbernigade
tra ö muntù dè saate
e lü ‘l già giösta töte
longhe, cürte, bèle e bröte
…mè scarpa l’öcc…
gal mia sö le scarpe rote?!?!
Autore: Fabio Garatti
Él marengù
E’l vède amò chèl marengù
pialà e löstrà chi dù listù
la camida ‘ngropada sö la bògia
la matita punta
|
da sö l’orègia
du risoi empolverecc chè spia fò dal capèl
e i du dicc chè ghè restàt sota ‘l bindèl.
Autore: Fabio Garatti
“Anche i fiocchi di neve sono tutti diversi, ma non per questo si fanno la guerra”.
(Stefania Cotti Piccinelli)
Dovevi restare
Lo avevi promesso
Ma dove sei?
Mi chiedo spesso,
Dopo aver condiviso così tanto,
Perché io scriva nei vetri appannati il suo nome, il suo nome.
A volte la sera
mi sento smarrito,
Incompreso,
Arrabbiato,
Solo
Perso.
(Morgan Marinoni)
Poi lo ritrovo dentro un ricordo
Una fotografia che prende vita,
Si colora, vedo il suo sorriso
E gli sorrido a mia volta.
So che lui mi pensa
So quanto mi Ama
E so che gli manco.
So quanto vorrebbe
Potermi consolare.
E lo immagino
Qui, accanto a me,
A parlarmi, a sorridermi,
A dirmi che andrà tutto bene.
(Morgan Marinoni)
Ora so dove sei papà:
Sei nel mio cuore,
Nello scrigno dei ricordi,
Sei accanto a me mentre dormo
Sei nell’aria e nell’acqua
E nella terra.
Ti sento in tutto,
Sei energia pura.
Sei Amore puro.
E mi affido a te.
Con la certezza che
Tutte le volte che ti penserò,
Tutte le volte che avrò bisogno della tua guida, ci potremo ritrovare.
Non potrebbe essere altrimenti:
Sono il tuo bambino,
Mi hai generato tu:
Sei dentro di me
Sei nei battiti del mio cuore,
E così sarà,
per sempre.
Ti amo papà
(Morgan Marinoni)
Giornate fredde.
Vetri imbarazzati più per intimità che per umidità.
Nel gelido buio di un parcheggio improvvisato due bocche si sfiorano
si scambiano parole senza farle udire all’orecchio.
Le virgole
i punti
vengono suonati dalle dita tremanti che annusano delicatamente le forme del corpo altrui.
Un assaggio profondo di anima
il giusto piacevole gusto nell’assaporare la bontà dell’altro.
Timidi sospiri
lievi boccate d’aria
sono concesse solo nel momento di massimo bisogno.
Il resto del tempo
sempre poco
sempre sfuggente
è dedicato allo stuzzicante umido sapore di Luce vibrante
di zenzero e Primavera
che dalla bocca si espande sinuoso
fluente e profondo
attraverso midollo nervi e muscoli.
Capelli sciolti sulle spalle cullano inevitabilmente le guance che sfiorano.
Occhi socchiusi si aggrappano alla pelle dell’altro
delicatamente
poco alla volta
senza fare male
senza disturbare.
Il collo si inarca
si allunga
cerca l’abbraccio in torsione del gemello vicino.
I corpi alla deriva dei sensi accompagnano l’orchestra
ascoltano la sinfonia prodotta dal profondo
assecondano le direttive del cuore.
(Bardella Pablo)
I nostri silenzi sono poesia
raccontata di notte
quando nessuno ci sente
e se ci amassimo?
“Aspetta ancora un po’”.
(Maria Ducoli)
Quante parole soffocate
dalla luce del sole
che con i suoi raggi impediva
all’anima di liberarsi.
E si cercava la pioggia
per trovare riparo
sotto un ombrello.
Ma non pioveva e le parole morivano.
(Maria Ducoli)
Entrambe le poesie sono senza titolo
Perché inviti l’Everest
se nemmeno riesci
a salire le scale di casa?
E’ vero
Sono ancora pochi scalini
ma lenti
E
inesorabili
aumentano.
Il manovale sta ultimando il prossimo.
Tu li guardi
in sovrappeso d’emozioni
E
anoressico di esperienze.
Era facile
quando non credevi di avere le gambe
Rassegnarsi
‘va bene,
le ho
ma non posso muoverle’
ma quella scossa ha tradito il Tradimento.
Hai tutto
Ma non riesci
Uno squalo che si crede
pesce fuor d’acqua
solo perché
ha paura di cacciare.
(Matteo Santicoli)
Quanta prepotenza
Quanta
Nel ricordo, sbiadito,
di un volto
cercare i lineamenti appuntiti
no,
soffoca quell’immagine
sii compassionevole
con te stesso,
blocca gli argini
rinforzali
l’acqua passerà comunque
inesorabile
ma
a
gocce,
lasciandoti
il
tempo
di assimilare.
(Matteo Santicoli)
Il colore di oggi
Giorno che non sa parlare
offuscato dal momento
di marciapiedi lontani
nel sali e scendi di colori.
Posso chiedere quale colore
impone la saggezza
nello starmi lontano?
Solitario tempo
d’acqua lo scambio
specchio di luce qui
avvolgente carezza
che riempie il mio volto
di abbracci lontani
al solo pensarti mio
che di tuo non ho nulla.
Silenzio e attesa
ti regalo oggi, e tu, lo so
mi accarezzi in un tramonto
tra l’arancione scuro e il rosso
mentre la pioggia scende.
(Chiara)
Cirri
Il peso delle parole
viaggia con umidità
portando pioggia, troppi
cumuli stagnanti
tra le labbra e le dita
gesti frettolosi
senza anima, inevitabile
il pianto del cuore.
(Chiara)
A guardar l’alba che tramonta
ti affresca la speranza.
E immagini il colore dell’aria.
L’ombra del gelso ormai rinata
ringrazia il sole.
Timide operaie cercano colori
implorando la primavera.
E nel cantar del merlo
che ancor nero richiama l’usignolo,
stringo a piene mani
la semina del nuovo oggi.
(Giancarlo Cappannini)
Cercano parole dentro il tempo,
Suoni afoni tra i rovi della mente.
Come dipinti nel pentagramma figure di
Crome, semicrome, pause, bemolli.
Ma ti vivono con accordi di pianoforte
Per sempre fino alla fine,
mano nella mano.
(Giancarlo Cappannini)