VERTOVA – Alessandro Gritti, il motoclub Vertova, una passione che ha contagiato tutti. Quell’intervento al cuore che gli ha salvato la vita e ora…

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Era il 1986 ed in Valgandino sarebbe arrivato un evento che aveva qualcosa di misterioso per i ragazzi di quel tempo. Di quella giornata, noi ragazzi di allora, abbiamo un limpido ricordo. per molti (come me) è l’unico che ci ha avvicinato al mondo del motociclismo. Nel prato a fianco del “Centro sportivo Pietro Radici” ci sarebbe stata la prova speciale della “Valli bergamasche”, la sei giorni. Alessandro Gritti era in testa alla classifica, aveva oramai 40 anni. Aveva comandato fino all’ultima giornata di gare, quando un rivale gli cadde davanti e la vittoria finale gli scappò di mano. “E lì cosa successe?” gli chiediamo… E lui, (in dialetto bergamasco): “È successo che gli altri sono andati, non mi hanno aspettato”. La sei giorni, in quel 1986, partì da San Pellegrino, fece tappa al Monte Poieto, per la prima prova speciale, ed arrivò in Valgandino con un seguito di appassionati che venivano da tutto il mondo. Alessandro Gritti nacque il primo aprile del 1947, da padre Giovanni e mamma Anna. Fin da piccolo apprese la passione per le due ruote, ma quelle con il motore. A Vertova, il motociclismo era una passione che ti entrava nel sangue. Già dal 1955, il “moto club Vertova”, vi aveva preso casa. Il primo presidente fu il Dottor Mario Bertocchi (che fu anche Sindaco), a cui fecero seguito, Gualdi Luigi (“sorèch”), Zilioli Pietro, Bonazzi Giovanni, Gualdi Bellarmino, Fugini Renato, Gusmini Cesare ed ora Grassi Sergio (attuale assessore del comune di Vertova). In bergamasca si contano una quindicina di moto club, affiliati al moto club Bergamo; a Vertova trova tutt’oggi “casa” il gruppo che vanta una storia passata e presente di maggior spicco. E Gritti Alessandro costruì un gran pezzo di quella casa. Siamo partiti a raccontare di una sconfitta, (se così si può chiamare), perché è proprio grazie ai secondi posti che rimane sempre la voglia di sfidare un avversario. La carriera di Gritti inizia presto; a 16 anni, con una moto “Stornello” fa la sua prima gara. L’anno dopo passa ad una “Gilera 98”. Nel 1966 gli viene fornita una “Morini 100 ed a 18 anni vince il suo primo titolo, il campionato Lombardo, battendo un certo Farioli. Poi, chiamato alle armi, il maresciallo De Matteo lo vuole in guardia di finanza, nelle “Fiamme gialle”, dove vi resta per cinque anni, insieme agli amici di Vertova Paganessi, Signorelli, Rottigni e Gualdi. Da lì ha inizio una carriera costellata di successi, di cui diventa difficile farne una cronaca ed un elenco. Eggia’, i titoli conquistati non si riescono a contare e nemmeno a scrivere su un foglio. Servirebbe una giornata intera, nel “museo di casa”, dove sono passati tantissimi appassionati a lasciare la propria firma sulla rosa dei venti disegnata sul muro, ed al quale è appesa pure l’insegna che cita il nome di una piazza che gli hanno dedicato in Germania… ed allora si potrebbe capire la portata della vita di questo silenzioso campione. Non si riesce ad intervistarlo; bisogna camminargli a fianco e rimanere ad osservare le sue espressioni di fronte ai vari poster, trofei, targhe e soprattutto alle decine e decine di moto che conserva tutte funzionanti…come i ricordi degli anni della sua vita. Oggi Alessandro Gritti ha 73 anni. Lo scorso anno, il suo amico e medico di fiducia Luca Morini gli ha salvato la vita, con un intervento al cuore. Ma il centauro vertovese sta già programmando la sua prossima gara. È davvero impossibile stargli dietro, sembra di essere un suo amico-rivale a cui il Gritti gli fa mangiare fango…lui è avanti. Non si riesce a comprendere come un uomo di quella età, abbia tutta quella forza, ogni giorno, di andare ancora al lavoro e di coltivare la passione per la moto, come se non ci fosse un domani. Ha ereditato pure la passione per il lavoro, dal padre, quella stessa che ora ha trasmesso ai suoi due figli, Mirko e Giovanni, insieme a quella del motore…

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