Il primo ciclo di chemio continue è finito. Riccardo Cagnoni rimane qui, nel reparto di Ematologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, stanza sterile, in pratica, nessuna visita, solo una persona per pochi minuti con mascherina, basta un niente per prendere polmoniti o aggravarsi. Piastrine bassissime, percorso lungo e difficile ma lui non molla e racconta: “Adesso va un po’ meglio, i primi cinque giorni di chemio sono stati devastanti, non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti, ma lo sapevo che sarebbe stata così. Nausea, vomito, non riuscivo a mangiare, non ho messo in bocca una goccia d’acqua per 4 giorni. Ho chiesto delle gocce per dormire una sera, stavo male e volevo riposare, ma appena le ho messe in bocca ho vomitato. E’ dura ma lo sapevo. Però ora dopo il primo ciclo, qualcosa mangio, non molto ma mangio. So che arriverà un altro ciclo e sarà dura ma io combatto e non mollo, e poi con tablet e telefono riesco almeno a rimanere in contatto con l’esterno, mi aggiorno, mi sforzo di leggere, di tenermi occupato in qualcosa….
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