VIAGGIO A LEFFE/3 – “I leffesi sono individualisti, una lista è poco” “Vuol dire che il sindaco è bravo” “Leffe è rinato, anche il commercio ma…”. Bathie: “Sono venuto qui da piccolo e voglio restarci…”

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Nel pomeriggio caldo che sa già d’estate, Leffe si presenta in gran spolvero, con i dehors dei bar tutti fioriti , le gelaterie affollate,  i negozi di abbigliamento pieni di abiti eleganti e tanta gente in giro, per lavoro ma anche per godersi finalmente questo primo assaggio di bella stagione. La sensazione di chi viene da fuori è ben diversa rispetto alla visita precedente, nei due anni di restrizioni anti-Covid: nella piazza antistate la chiesa, per esempio, sulle panchine all’ombra degli alberi del giardinetto , alcuni uomini  sostano chiacchierando  piacevolmente ed hanno voglia di scherzare:

“Le elezioni? Non cambierà nulla, probabilmente, ma piuttosto che un commissario  in Amministrazione potremmo andarci noi, ne combineremmo delle belle  e le casse del Comune le svuoteremmo in quattro e quattr’otto…”.

Più serio è invece il parere del signor Mosconi  venuto a fare acquisti nel grande negozio di ferramenta all’inizio del paese:

 “Questa storia della lista unica è la dimostrazione di quanto anche i Leffesi siano diventati individualisti e pensino solo ai loro affari personali anziché al bene di tutta la comunità…Ma così il paese va in stallo, la comunità si addormenta…”.

“Macché stallo – reagisce Denis che si fuma tranquillamente una sigaretta al tavolino del bar vicino – qui le cose vanno bene, il sindaco è bravo, che bisogno c’è di cambiare?”.

 Anche Francesca è d’accordo:

“Ogni giorno mi faccio la mia bella passeggiata da S. Rocco, mi guardo intorno e vedo un paese pulito e ben tenuto. E poi Leffe è un posto sicuro, mia figlia, che ora ha 25 anni, è sempre andata in giro da sola o con le amiche fin da quand’era piccola e non gli è mai successo niente di brutto, sa, quei fatti che succedono, per esempio, nelle periferie delle grandi città, insomma di brutta gente qui non ce n’è in giro, si vive bene. Se andrò a votare? Certamente, non vorrei che il Comune fosse commissariato”.

“Forse non ci saranno in giro dei delinquenti, ma di gente ignorante e maleducata ce n’è anche qui – reagisce un pensionato che non vuole pubblicità – basta vedere i ‘regalini’ che i cani – o meglio, i loro padroni incivili – depositano ogni giorno…Più multe ci vorrebbero, più severità, anche se mi rendo conto che è una questione di educazione e il Comune può farci ben poco”.

Matteo, che gestisce il grande negozio di pelletterie, si rammarica invece del fatto che alle prossime elezioni amministrative non si presenterà una seconda lista:

“Questo non fa bene alla democrazia, una minoranza ci vorrebbe sempre, farebbe da stimolo e potrebbe portare anche idee nuove. Comunque in questi ultimi tempi Leffe ce l’ha fatta a risollevarsi economicamente dalla situazione provocata dalla pandemia: da quel che vedo io, il commercio si è ripreso abbastanza bene, anche se ovviamente non sono più i tempi d’oro di quando la Valgandino era la ‘valle dei milionari’. E credo che l’Amministrazione  abbia fatto la sua parte, sarebbe un vero peccato se Gallizioli non ce la facesse ed arrivasse un commissario prefettizio”.

“Io non seguo da vicino la vita del Comune – afferma Lara che va di fretta – ma certamente andrò a votare com’è diritto e dovere di ogni cittadino, anche se, in mancanza di alternative, la mia scelta sarà in un certo senso obbligata”.

“Obbligata ma non scontata – aggiunge Dario che a Leffe fa l’imprenditore – c’è il timore che di fronte a una lista unica molta gente non vada a votare, con quel che ne conseguirebbe e che sarebbe meglio evitare. Io però sono ottimista: pian piano ci stiamo riprendendo tutti dalla batosta del Covid ed il lavoro è in ripresa. E comunque  Leffe è decisamente un paese vivibile”…

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