VIAGGIO NEL GUSTO/3 – Il mio nome è Zù. Come gustare (a tavola) in riva al lago colori e sapori di primavera

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di Lucio Toninelli

La prima volta che l’ho sentito nominare, ho pensato che fosse un ristorante giapponese. Non di quelli “all you can eat” o, genericamente, “sushi”, sia chiaro! Pensavo a quella autentica di cucina nipponica che trovi nel paese del sol levante o dove ci sono grandi comunità giapponesi. Come a Sao Paulo in Brasile o a S. Francisco o a Lima. Dove la cucina d’origine si arricchisce di sapori e tradizioni locali. “Ma che c’entra col Ristorante Zù? Lo vedi? Sei incapace di star sul pezzo, diamine!”.

C’è una ragione per cui parto dal Giappone, per parlare di Angelo Bonfitto, più che promettente, già affermato Chef del ristorante Zu, rilevato da lui e dalla famiglia, e riaperto con il suo fidato Team, appena un anno fa (1° aprile ‘23). È una ragione di affinità universali, vedrai.  Mi ero chiesto se anche intorno al lago Sebino, affascinata dall’ammaliante Montisola, si fosse installata una comunità shintoista, zen, “Zhou” (luminosa)… Da lì a Zu, basta un niente.  

Ne immaginavo già l’essenzialità e la raffinatezza, come sanno crearla “gli occhi a mandorla” in tutte le loro arti. Da quella dell’ikebana, ai prodigiosi origami da un foglio di carta, al sumi-e miracolo di semplicità del disegno a inchiostro, alla letteratura fatta di sfumature leggere e tagli netti, alle arti marziali fatte di gesti incompiuti e rituali. Un’armonia alla quale concorrono l’accostamento sapiente di colori, sapori, suoni, profumi e materiali. L’essenzialità e nitidezza dei particolari e l’armonia dell’insieme.  

Questo lo pensavo prima, senza sapere esattamente cosa fosse il Ristorante Zù. Ma veniamo alla realtà. No, non è un ristorante giapponese. Sebbene le mie sensazioni non fossero del tutto fuori strada… E allora perché questo nome esotico che potrebbe essere un elegante ideogramma a inchiostro? È semplice: perché alle sue spalle il torrente dal nome Zù, che nasce su per Fonteno, al termine della sua corsa lungo la valle omonima, si consegna con un ultimo elegante tuffo al lago d’Iseo, in località Riva di Solto.

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