Ci sono storie che sembrano favole, tanto non sembrano vere. E invece sono vere, perché la forza d’animo e l’amicizia riescono a trasformare in realtà anche i sogni apparentemente più incredibili.
Questa che raccontiamo comincia nel 2015, quando Eleonora Delnevo, oggi 38 anni, ingegnere ambientale di Albino, arrampicando su una cascata di ghiaccio con alcuni amici, fa un volo pauroso di 30 metri: si salva la vita ma diventa paraplegica, perché le sue gambe invece muoiono e la inchiodano ad una carrozzella.
“Ecco – dice Mauro Gibellini, 40enne di Villa d’Ogna ma ora abitante a Nasolino, falegname presso un mobilificio di Gazzaniga e grande appassionato di tutti gli sport di montagna, arrampicata compresa – fu proprio nell’ospedale di Trento in cui Eleonora, Lola per tutti noi, era ricoverata, disperata dopo aver ricevuto la notizia che non avrebbe più potuto arrampicare, che le promettemmo che comunque sulla vetta di El Capitan, nella valle statunitense di Yosemite, paradiso di tutti gli arrampicatori, lei prima o poi ci sarebbe salita”.
A farle questa promessa, oltre all’amico Mauro, c’è un altro suo grande amico, Diego Pezzoli, trentottenne, di Clusone, che quella “Valley” la conoscono già e che quella montagna l’hanno già scalata.
E già nel 2016, a un anno e poco più dall’incidente, Lola e i suoi amici partono per l’avventura. La ragazza ha già dimostrato di saper reagire con grande coraggio alla tragedia che l’ha colpita: ha ripreso il suo lavoro, guida la sua auto speciale, quando c’è una festa con gli amici scende in pista anche lei a ballare seppure in carrozzella…Ma la spedizione non è fortunata: troppe le difficoltà tecniche incontrate.
“Bisogna dire – spiega Mauro – che la via Zodiach di El Capitan comporta un’arrampicata tutta artificiale e perciò tecnicamente molto complessa: si deve stare in parete, una parete tutta verticale, per alcuni giorni e tutto deve essere perfettamente organizzato e pianificato fin nei minimi dettagli….
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