Sono tutti molto gentili i villadognesi che incontriamo in giro per il paese in questo tranquillo pomeriggio estivo, ma, chissà per quale misterioso motivo, sono anche altrettanto allergici alla pubblicità e non vogliono essere fotografati. Non fa eccezione l’anziana signora che torna da una visita ai suoi Cari al Cimitero:
“Niente foto, per favore, oltretutto sono vecchia e brutta, ma una cosa glielo voglio dire. Villa d’Ogna è un bel paese e ci si starebbe bene se non ci fossero due cose brutte: la mancanza di un medico e il panificio chiuso! Il pane non manca, intendiamoci, anche se non è più così buono, viene da fuori, ma la cosa che mi manca di più è proprio il profumo che veniva dal forno fin dall’alba, da una vita mi svegliavo con quel profumo, ed era il più bel ‘buongiorno’ per me e tutti quelli che abitavano lì vicino…E poi non abbiamo più il medico, bisogna andare ad Ardesio o a Parre, per noi anziani sprovvisti di automobile e imbranati col pc è proprio una tragedia….”.
Il bar che si affaccia su Piazza del Volontariato è gestito da Nicolas, che rincara la dose:
“Io non sono anziano, ma la mancanza del medico condiziona anche la mia vita: sono immunodepresso ed ho bisogno di cure costanti, devo recarmi regolarmente a Parre, ma anche lì il medico è oberato di lavoro e a volte assente per motivi di salute…Per il resto qui si sta bene, anche il lavoro, passati gli anni bui del Covid, non mi manca, la gente ha ripreso a frequentare il mio locale, soprattutto i giovani, e non posso lamentarmi”.
Alina sta tornando da Clusone dove si è recata a far spese nel suo pomeriggio libero:
“Lavoro in questa zona da 15 anni, Piario, Clusone ed ora Villa d’Ogna. Sono bei paesi, abitati da buona gente e mi sono sempre trovata bene. Ora però mi tormento il pensiero della guerra nel mio paese, una nipote che pure lavorava qui come badante ha voluto tornare per salvare la sua casa, ma non sono se ci riuscirà, non ho più sue notizie da tempo…Prego tanto che la guerra finisca presto, speriamo….”.
“A Villa d’Ogna, purtroppo, manca la cosa più importante, e cioè l’assistenza sanitaria –afferma anche Ermenegildo – non si riesce a capire perché ad Ardesio ci siano 4 medici e qui ed a Piario nessuno. Perciò bisogna spostarsi, cosa che non è facile per chi non è automunito e non ha nessuno che possa accompagnarlo. Io davvero vorrei conoscere le motivazioni di questa situazione, e vorrei vedere le nostre Amministrazioni attivarsi con maggiore decisione per risolvere questo grave problema”.
Anche Noelia, che esce dalla Biblioteca con una borsa di libri , sottolinea il grave disagio:
“Gli anziani, che sono tanti anche qui e che sono destinati ad aumentare, come in tutti i nostri paesi del resto, devono venire in Biblioteca a prenotare l’auto per farsi trasportare ad Ardesio, anche solo per una ricetta, perché non tutti hanno figli o nipoti disposti a far loro da autista, e la maggior parte non ha confidenza col computer. Io li vedo spesso, poveretti, il loro disagio è evidente, vanno proprio in ansia…Voglio proprio vedere se alle prossime elezioni, ricordando la tragedia del Covid nei nostri paesi, noi bergamaschi saremo tanto stupidi da rivotare le autorità regionali che ci hanno conciato così….”…
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