“Vendesi attività”, un cartello che lascia poco spazio all’immaginazione quello che si legge davanti al bancone della Tabaccheria Pagani di Villongo. Martino Pagani, il titolare, scrive la parola ‘fine’ di una lunga storia iniziata nel 1773 e passata di mano in mano per sette generazioni.
Una decisione, presa non di certo a cuor leggero: “L’ho messa in vendita una quindicina di giorni fa ad un’agenzia che tratta proprio questo tipo di attività. Io sono in pensione, i prossimi sono 65 anni, e sono in pensione già da tre. Mia moglie è psicologa, i miei figli Nicola e Matteo sono sistemati, hanno scelto una strada diversa e quindi è finita così. Se mi mancherà? Mah, ti dirò che sicuramente mi dispiace, ma sarei contento se finisse in buone mani. Io spero che qualcuno abbia voglia di rilevarla, io intanto resto qui e sarei anche disposto a restare per insegnare un po’ come funziona”.
È difficile chiudere un capitolo di vita così importante: “Sono qui da quando sono uscito dalla terza media, non avevo voglia di studiare e ho iniziato subito a lavorare con mio papà e di tirò che però sono pentito di non aver continuato con la scuola… ma è andata così”.
Martino inizia a contare le generazioni di Pagani che sono passate da qui: “Il primo dei Pagani è stato Cristoforo, era nato nel 1755, lui vendeva le spezie sfuse, era una drogheria, poi c’è stato Giovanni, Bonaventura, poi il mio bisnonno Enrico, che ha ottenuto la licenza di tabaccaio, poi è arrivato mio nonno Leone, che è morto quando avevo cinque anni e quindi ho pochi ricordi di lui, poi è subentrato mio papà Enrico e poi l’ho rilevata io”…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 22 OTTOBRE