Le prediche sulla “morte, sia durante le “Missioni” sia nel periodo quaresimale, richiedevano atmosfere particolari, in genere si facevano sul far della sera, poche lampade accese in chiesa. Quell’anno il predicatore della Quaresima, venuto da fuori, era particolarmente ispirato. Raccontò (in predica) di avere avuto visione di una lunga processione di morti che chiedevano suffragi per essere liberati dalle pene del Purgatorio. Fece evidentemente molta impressione che parenti e amici soffrissero in quel modo e aspettassero solo di essere liberati attraverso le preghiere dei vivi. I quali a loro volta evidentemente volevano a loro volta garantirsi per il futuro suffragi adeguati. L’arciprete Bernardo Grassi (arciprete a Vilminore dal 1589 al 1624, nativo del Grumello di Schilpario) ebbe l’idea di radicare il culto dei morti in quaresima.
L’istituzione dell’Ufficio dei morti è datata 21 marzo 1621, quindi 400 anni fa. E fu sostenuta dall’erezione, nella chiesa dell’antica Pieve, di un altare dedicato ai santi patroni della valle, S. Defendente e Santa Chiara. Quando il Vescovo Daniele Giustiniani affida all’arciprete Antonio Figura (arciprete dal 1680 al 1706, nativo di Costa di Lovere: a lui è dedicata la Via che porta al Cimitero) il compito di unire le due parrocchie della Pieve e di S. Maria in Vilminore e fa abbattere ambedue le antiche chiese costruendo quella attuale, nella nuova viene creato un altare con i santi protettori della valle, con l’aggiunta di S. Gaetano. L’ufficio attirò da subito grande folla non solo dalla valle. La grande affluenza di gente a sua volta attirò, come sempre, i venditori, si creò così la fiera di primavera, soprattutto di prodotti agricoli, adatti al risveglio agricolo di stagione, falci, rastrelli, piante, sementi… E’ una delle tre grandi fiere di Vilminore (le altre due sono per S. Pietro e per l’Assunta).
Quest’anno per il 400° anniversario l’arciprete don Angelo Scotti…
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