Sarà l’assemblea di domenica 25 febbraio a decidere. Ma tutto fa prevedere che i donatori scalvini escano dall’Avis, come del resto ha fatto domenica 18 febbraio l’Avis di Brembilla, l’altra sezione ribelle ai diktat dell’Avis provinciale. Le ragione le abbiamo riportate sui numeri scorsi di Araberara. Ma adesso che si arriva al dunque bisogna ricordare i “perché”. Nel 2002 l’Avis provinciale comunica all’Avis Scalve che non intende più “gestire” le donazioni in valle, i donatori scalvini dovranno andare a Clusone. Allarme, perché si sarebbero dimezzate le donazioni. Si decide di creare una sezione scalvina che conferisce direttamente le sacche di sangue all’Ospedale di Bergamo con cui sottoscrive una convenzione per cui l’Ospedale paga direttamente a Scalve il dovuto. La sezione è dinamica al punto che costruisce una sede tutta sua con contributi (100 mila euro dal BIM), versamenti diretti (150 mila euro) e un mutuo di 200 mila euro a copertura della spesa totale di 450 mila euro. Scade a fine 2016 la convenzione che va rinnovata. Sorpresa. L’Ospedale non la rinnova perché l’Avis provinciale pretende che nella convenzione sia previsto un rimborso (a suo favore) di 7 euro per ogni sacca come rimborso per “coprire le proprie spese”….
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