La nidiata dei “Càpa” conserva la sua memoria su in alto, al terzo piano del caseggiato di Via Mulini. Questa è una storia di amori che battono il tempo e i temporali. Vincenza Martinelli e Carlo Belotti detto Carlù, e ancora adesso basta un’occhiata per capire perché lo chiamano (in dialetto) con l’accrescitivo, tra pochi mesi faranno 188 anni in due. Vincenza era la quinta della nidiata di papà Tommaso Martinelli, per tutti “Càpa”, storico campanaro del paese, basso di statura ma eretto, quasi impettito nel portamento, sentendosi direttore di un’orchestra che era quella che chiamava a raccolta i fedeli, scandiva le ore e segnava le feste. Giù alla torre dirigeva nelle grandi occasioni i “concerti” delle otto campane, dando i tempi e noi ragazzi ci lasciavamo trascinare in alto, a rischio di prenderci un calcio nel sedere. Da dove venisse quel soprannome di Càpa in un paese in cui tutti ne dovevano avere uno per evitare fraintendimenti e omonimie, non si sa ancora, Vincenza, che a luglio compirà 94 anni, non se lo ricorda….
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