Yara, il giudice chiede che la pm Letizia Ruggeri venga indagata per depistaggio sul dna di Bossetti

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La pm Letizia Ruggeri iscritta nel registro degli indagati per frode processuale o depistaggio per il caso Yara Gambirasio. A chiederlo il gip di Venezia Alberto Scaramuzza che ha disposto l’iscrizione nel registro degli indagati per frode processuale o depistaggio per la pm Letizia Ruggeri a conclusione dell’udienza di opposizione all’archiviazione presentata dai legali di Massimo Bossetti del presidente della Corte d’assise di Bergamo e di una cancelliera. Tutto per la conservazione di reperti dell’inchiesta che ha portato alla condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti. La trasmissione degli atti alla Procura perché proceda all’iscrizione nel registro degli indagati della pm del caso Yara Ruggeri, che non era mai stata indagata, per il gip è l’unico “provvedimento adottabile” al termine dell’udienza di opposizione all’archiviazione per il presidente del Corte d’Assiste di Bergamo e di una cancelliera. Tutto questo in seguito a una  “denunzia-querela e in un atto di opposizione” presentato dai legali di Bossetti Claudio Salvagni e Paolo Camporini “in buon parte indirizzati nei riguardi proprio” della pm che condusse le indagini e sostenne l’accusa nel processo a Bergamo che portò la condanna all’ergastolo di Bossetti. La trasmissione degli atti al pm di Venezia per procedere all’iscrizione serve per “permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell’opponente” che richiedono “un necessario approfondimento”, sia al fine di permettere alla stessa un’adeguata difesa”. Archiviate invece le posizioni del presidente della Corte d’Assise Giovanni Petillo e della cancelleria della Corte d’assise di Bergamo. Il tribunale di Venezia è competente sui magistrati di Bergamo e riguarda le 54 provette contenenti la traccia biologica mista di Yara e del suo assassino, spostati dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio Corpi di reato del tribunale di Bergamo. Per il difensore di Bossetti quel cambio di destinazione avrebbe interrotto la catena del freddo, i campioni erano infatti conservati a 80 gradi sottozero e avrebbero così deteriorato il Dna.

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